
articolo di Sennait Ghebreab – VOGUE Italia- 6 giugno 2025

Al Vogue Vintage Market di Milano c’è stato spazio per la moda che fa del bene. Protagonista Re-Use with Love, la boutique solidale che racconta come stile e solidarietà possano convivere
Re-Use with Love è la boutique solidale dove stile e solidarietà convivono. In occasione del Vogue Vintage Market di Milano scopriamo la loro iniziativa
Il 5 giugno 2025 Milano ha accolto il Vogue Vintage Market, un evento internazionale che unisce moda, sostenibilità e solidarietà. Dopo le tappe di New York e Londra, l’iniziativa di Vogue arriva al Nilufar Depot, trasformando gli spazi in un grande armadio collettivo. Lì gli appassionati di moda hanno scoperto, provato e acquistato capi second-hand e pezzi d’archivio donati da boutique selezionate e amici del magazine. Il ricavato dell’iniziativa è devoluto a progetti a favore delle donne. Tra i protagonisti c’è stata anche la boutique bolognese Re-Use with Love, esempio virtuoso di come moda e solidarietà possano camminare insieme.
Abbiamo intervistato la presidente Veronica Veronesi e alcune delle volontarie (Leopolda Sassoli, Lisa Zini, Alessandra Anguillari e Paola Villa) che ci hanno raccontato la storia, i valori e l’anima di questa realtà magnifica.
Sostenibilità: un atto d’amore consapevole
Per Re-Use with Love la sostenibilità non è solo una parola, ma una pratica quotidiana che parte dalle scelte individuali: un valore radicato che guida ogni azione, ogni gesto, ogni decisione, dalla vita personale fino al lavoro dell’associazione. Non si tratta semplicemente di ridurre l’impatto ambientale, ma di adottare un nuovo modo di pensare e di vivere, che metta al centro il rispetto e l’armonia con il mondo che ci circonda. «Significa ricreare equilibrio tra ambiente, persone e relazioni. Significa vivere in modo consapevole, nel rispetto di Madre Natura, creare legami autentici e valorizzare ciò che già esiste a beneficio di tutti», raccontano la presidente e le volontarie.
Ogni scelta – dalla selezione di un capo di abbigliamento al modo in cui si organizza un evento – diventa un atto di responsabilità. Anche i piccoli gesti acquistano un significato che va oltre l’apparenza: sono tasselli di un mosaico più grande, una rete silenziosa ma potente che promuove cambiamento e consapevolezza: «È un impegno a fare scelte consapevoli, a ridurre gli sprechi e a promuovere un’economia più giusta, circolare e solidale».
Le volontarie di Re-Use with Love incarnano questa filosofia attraverso un coinvolgimento che non è solo operativo, ma anche profondamente emotivo e umano. La sostenibilità, per loro, è anche connessione: con le persone, con il territorio, con un futuro che desiderano costruire insieme. Perché «sentirsi parte di un progetto più grande, contribuire a creare un mondo più equo e rispettoso, dove ogni gesto ha valore, crea solidarietà tra le persone e restituisce energia positiva».
Esperienze che lasciano il segno
Un momento simbolico e profondamente significativo nella storia di Re-Use with Love è stato l’inizio della Boutique Solidale, un progetto pionieristico che ha ridefinito il concetto stesso di dono e dignità. Si tratta del primo spazio in Italia dove i vestiti vengono offerti gratuitamente a chi ne ha bisogno, senza distinzioni, senza barriere, con rispetto e attenzione per ogni persona. Non è soltanto un luogo di distribuzione, ma un ambiente dove si respira accoglienza, dove il valore del gesto va ben oltre l’oggetto donato. «É un luogo ricco di umanità – racconta la presidente- dove ogni gesto ha valore. Un’esperienza che arricchisce l’umanità nelle relazioni che si creano con gli utenti».
La Boutique è diventata un punto di incontro, un crocevia di storie, speranze, fragilità e rinascite. E col tempo, ciò che era nato come un gesto unilaterale si è trasformato in uno scambio reciproco. La solidarietà ha iniziato a camminare in entrambe le direzioni, in un ciclo virtuoso che alimenta se stesso.
«Un momento molto speciale è stato quando abbiamo visto gli utenti tornare con i loro capi usati, ben tenuti e puliti, pronti per essere donati ad altri», ci rivela Veronica Veronesi. Queste restituzioni spontanee sono la prova tangibile del valore generato: chi ha ricevuto, a sua volta desidera restituire. In questo modo, l’abito non è più solo un oggetto, ma diventa un simbolo di fiducia, rispetto e appartenenza.
E aggiunge: «attraverso i Mercatini Vintage Solidali abbiamo potuto sostenere acquisti importanti per ospedali o associazioni del terzo settore». Iniziative come queste sono la dimostrazione che il recupero e il riuso possono essere potenti strumenti di trasformazione sociale. Non solo riducono gli sprechi, ma convogliano risorse verso chi ne ha bisogno, innescando una catena di benefici che tocca la salute, l’educazione, la cultura. E quando l’impegno si spinge oltre, arriva persino a cambiare il volto della città.
«Vedere rinascere la nuova Centrale dei Giardini Margherita, luogo abbandonato da anni, grazie al nostro impegno e alle risorse reperite è stato come vedere un sogno che diventa realtà – dice Veronesi – È stato emozionante vedere come ridare nuova vita a un capo usato potesse creare un senso di comunità e solidarietà concreta».
Riqualificare uno spazio urbano significa restituirlo alla collettività, trasformarlo in un bene condiviso, renderlo di nuovo vivo. È un atto che ha valore sociale, culturale ed emotivo. Come ogni gesto che parte dal semplice, dall’umile, ma che porta con sé una forza dirompente. In fondo, è proprio questo il cuore pulsante del progetto: la convinzione che anche il più piccolo gesto, se fatto con amore e consapevolezza, possa generare un cambiamento reale e duraturo.
Una rete di donne che crea cambiamento
Il cuore pulsante di Re-Use with Love sono le sue volontarie: donne con storie e percorsi diversi, ma unite da un desiderio comune di fare del bene, di restituire valore e dignità attraverso piccoli gesti quotidiani. Senza di loro nulla sarebbe possibile: sono l’anima del progetto, la sua forza invisibile ma tangibile, quella che tiene tutto insieme. «La rete di donne di Re-Use With Love è incredibile: è fatta di 160 persone uniche, generose, appassionate, solidali e piene di energia positiva», raccontano le volontarie.
In ogni angolo della boutique, nei magazzini, durante i mercatini o gli eventi, si percepisce un clima speciale. Non è solo collaborazione: è un senso profondo di appartenenza, una fiducia reciproca che si costruisce giorno dopo giorno, gesto dopo gesto. Le volontarie non si limitano a “lavorare” insieme. Si sostengono, si ascoltano, si incoraggiano. Si aiutano come ci si aiuterebbe tra amiche o sorelle, in uno scambio continuo che va ben oltre la logica del dovere: «c’è un vero spirito di collaborazione, di supporto reciproco e di condivisione di valori profondi».
È una rete di empatia concreta, che diventa ogni giorno più solida e che permette a ciascuna di sentirsi parte di qualcosa di significativo. È una comunità che accoglie e potenzia, dove le differenze diventano ricchezze e le fragilità trovano spazio per essere accolte. «Questa solidarietà crea un’atmosfera di calore e di empowerment, dove ognuna si sente parte di qualcosa di più grande, capace di ispirare e di sostenersi a vicenda. È una bella aria che si respira e che rigenera».
Non è raro che le volontarie descrivano il loro percorso come un’esperienza trasformativa. Alcune sono arrivate per caso, altre per bisogno di rimettersi in gioco dopo momenti difficili. Tutte, però, raccontano di aver trovato molto più di quello che cercavano. All’interno di Re-Use with Love, hanno costruito legami forti, autentici. Hanno riscoperto il valore dell’impegno gratuito ma anche il potere del gruppo, dell’ascolto e del sentirsi utili. Insieme diventano una famiglia allargata, dove si cresce e si cambia. Non solo gli abiti trovano nuova vita, ma anche le persone.
Il riuso: tra memoria e futuro
Veronica Veronesi insiste con forza sull’importanza del riuso nella moda e nella società contemporanea. La sua visione, cosí come quella delle volontarie, affonda le radici in una consapevolezza antica e allo stesso tempo rivoluzionaria: quella di riconoscere nel riuso non solo un gesto utile e responsabile. È un atto profondamente umano e culturale, soprattutto nelle mani delle donne, vere custodi della cura e della trasmissione dei beni nelle comunità. «Il riuso è una pratica che nasce con l’uomo, anzi con la donna. In ogni comunità, specie del passato, è stata sempre utilizzata».
In un’epoca dominata dall’iperproduzione, dalla velocità e dall’usa-e-getta, recuperare l’antica arte del riuso diventa un gesto controcorrente, ma estremamente necessario. Non è un nostalgico ritorno al passato ma una scelta moderna. Un modo per rispondere in modo concreto alla crisi ambientale e sociale che ci troviamo ad affrontare. «È fondamentale oggi perché ci permette di dare un contributo concreto alla devastazione ambientale che stiamo vivendo, – racconta la presidente – il riuso è fondamentale nella moda perché contrasta l’impatto ambientale dell’industria tessile, riducendo sprechi e consumo di risorse».
Ma non c’è solo l’aspetto ecologico. Il riuso, per le volontarie di Re-Use with LOVE è anche un atto culturale, affettivo, profondamente umano. Ogni abito riutilizzato porta con sé una storia, una memoria, un pezzo di vita. Chi sceglie di donare o di indossare un capo usato entra in relazione con quell’oggetto, gli dà nuova vita, lo carica di nuovi significati. È un gesto che genera connessioni, identità, emozioni: «ogni capo riusato racconta una storia e acquista nuovo valore».
E proprio da qui nasce una nuova idea di moda: una moda più lenta, più consapevole, più etica. Una moda che non rinuncia alla bellezza, ma la cerca in forme più autentiche e rispettose. Una moda che può essere non solo sostenibile, ma anche fonte di orgoglio e di cambiamento. È un modo per costruire un futuro più giusto, un passo alla volta, a partire da ciò che già esiste.
Un futuro condiviso
La presenza di Re-Use with Love al Vogue Vintage Market non è soltanto una partecipazione a un evento di rilievo, ma un gesto simbolico, un’opportunità preziosa per portare alla luce un modo diverso di vivere la moda. In mezzo a brand, tendenze e look ricercati, l’associazione porta con sé un messaggio più profondo: la bellezza può essere sostenibile, il gusto può incontrare l’etica, e ogni capo può trasformarsi in un veicolo di cambiamento sociale.
«Siamo felici di portare la nostra esperienza in un evento così importante: vogliamo mostrare che la moda può essere anche cura, relazione e solidarietà». Il messaggio dell’associazione è universale, inclusivo e tocca corde intime: ci parla del valore degli oggetti, dei legami che creiamo con ciò che indossiamo e di come un gesto semplice – come scegliere un capo vintage – possa generare impatto, costruire connessioni, accendere nuove narrazioni. «Ogni volta che ridiamo vita a un abito, ridiamo speranza al mondo», conclude. Perché, in fondo, la moda è anche questo: emozione, identità, ricordo.